Spettacolo Teatrale con Alessandro Tedesco, Victor Stasi e Cesaro D’Arco. Regia di Antonello De Rosa.

Tre fratelli rinchiusi in una cantina o forse semplicemente in una stanza, giocano ossessivamente ad un gioco allucinante: l’assassinio dei propri genitori. In forma quasi psicodrammatica, assumono i ruoli degli assassini, delle vittime, dei vicini curiosi, della polizia che indaga, dei funzionari del processo, a cui intervengono, in qualità di testimoni, gli stessi genitori uccisi.
“Un testo dai toni grotteschi con richiami evidenti al teatro dell’assurdo – afferma il regista De Rosa – è ambientata nel contesto sudamericano anni ‘50 è in grado di proporsi come “uno psicodramma sociale centrato sull’assassinio rituale quale simbolo della liberazione definitiva, e nello stesso tempo dell’incapacità della nuova generazione di sottrarsi alle modalità esistenziali vissute dai padri/madre”.
Quando l’assassinio rituale e immaginario sarà stato perpetrato sulla scena, quando i giovani ossessi avranno riconosciuto che tutti i personaggi, quelli “recitati” – i genitori – e quelli “recitanti” – i figli – sono tutti egualmente vittime, il gioco riprenderà senza soluzione di continuità in un alternanza di accusa-difesa che ci indica come unica azione esistenziale possibile il moto di coscienza.

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