“Se una sola uccisione potesse saziare questa mano, non ne avrei perpetrata nessuna. Anche uccidendone due è un numero troppo piccolo per il mio odio. Se qualche creatura si nasconde ancora nel mio grembo, mi frugherò le viscere con la spada e la estrarrò col ferro.”
Lo Stage, tenutosi nel luglio del 2013, è partito dall’indagine sulla natura umana dei singoli partecipanti, attraverso il recupero della memoria fisica ed è confluito nel lavoro sul coro, contenitore di tutte le dinamiche di relazione in scena. Al movimento si è intrecciato il canto, elemento naturale e primordiale di comunicazione e la parola scardinata, scomposta, cantata, “ri-suonata”. Questi elementi si sono tradotti in strumenti necessari al lavoro dell’attore-autore e hanno definito la poetica nello sguardo dello spettatore. Il risultato è stata la formazione di un attore autore delle proprie scene, di un gruppo responsabile della creazione collettiva. Lo spettacolo è stato di tutti e tutti ne hanno fanno dono a chi ha guardato.









