#tidiamocredito. La nuova intesa tra ScenaTeatro e Università Degli Studi di Salerno.

Logo Università degli Studi di SalernoL’associazione teatrale ScenaTeatro aggiunge un tassello importante alla sua offerta formativa grazie al nuovo progetto #tidiamocredito siglato con il Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale [Beni e Attività Culturali, Filosofia, Fonti e   Testi, Territorio] dell’Università Degli Studi di Salerno.

“Abbiamo scelto l’hastag #tidiamocredito – spiega il Direttore Artistico Antonello De Rosa – perchè vogliamo far capire ai ragazzi di oggi e futuri lavoratori di domani che non solo aggiungiamo CFU al loro curriculum universitario ma li aiutiamo anche ad approcciarsi al mondo del lavoro mediante una sua conoscenza diretta e pratica”

Obiettivo del tirocinio è quello sviluppare le competenze tecnico-professionali del tirocinante acquisite nel percorso di studi; agevolare le scelte sia di studio che professionali mediante la conoscenza diretta del mondo del lavoro; migliorare il tasso di occupabilità del tirocinante e aumentare le conoscenze dello stesso sul ruolo del Direttore Artistico.

Le modalità di svolgimento del tirocinio, i contenuti, la metodologia di apprendimento e il numero dei crediti formativi [CFU] accumulabili, possono essere richiesti telefonando al 333.3067832 oppure inviando una mail a scenateatrosalerno@gmail.com

Cover Scena Teatro Antonello De Rosa

Ammazzali

SPETTACOLO TEATRALE tratto da “La Notte degli Assassini” di J. Trianà. Con Alessandro Tedesco, Cesare D’Arco e Victor Stasi. Regia di Antonello De Rosa. In scena SABATO 24 e DOMENICA 25 GENNAIO 2015, alle 21, presso TEATRO LA MENNOLA a Salerno (Via Salvatore Calenda).
Ammazzali
Tre fratelli rinchiusi in una cantina o forse semplicemente in una stanza giocano ossessivamente ad un gioco allucinante: l’assassinio dei propri genitori. In forma quasi psicodrammatica, assumono i ruoli degli assassini, delle vittime, dei vicini curiosi, della polizia che indaga, dei funzionari del processo, a cui intervengono, in qualità̀ di testimoni, gli stessi genitori uccisi. Un testo dai toni grotteschi con richiami evidenti al teatro dell’assurdo, ambientato nel contesto sudamericano anni ‘50 (ma può essere benissimo un contesto molto più vicino a noi), è in grado di proporsi come “uno psicodramma sociale centrato sull’assassinio rituale quale simbolo della liberazione definitiva, e nello stesso tempo dell’incapacità̀ della nuova generazione di sottrarsi alle modalità̀ esistenziali vissute dai padri/madre. Quando l’assassinio rituale e immaginario sarà̀ stato perpetrato sulla scena, quando i giovani ossessi avranno riconosciuto che tutti i personaggi, quelli “recitati” – i genitori – e quelli “recitanti” – i figli – sono tutti egualmente vittime, il gioco riprenderà̀ senza soluzione di continuità̀ in un’alternanza di accusa-difesa che ci indica come unica azione esistenziale possibile il moto di coscienza. Un testo che ci fa assistere, più̀ ancora che all’assassinio immaginario dei genitori, allo scacco di questo assassinio e alla tragica dimostrazione della sua inefficacia.